The Barrier, another time

E' dinuovo l'ora di andare a sostituire la batteria del sismometro, Peter ci chiama e noi rispondiamo prontamente. Questa volta niente camminata, ma ci muoveremo con gli sci, tutto il percorso è coperto da "neve". Sono le 7.30 quando arriviamo a Squamish, piove a dirotto e si prospetta una giornata molto bagnata. Così è, partiamo con gli sci ai piedi e con gli zaini carichi. La neve è una pappa umidiccia, sembra di muoversi nel cemento. Visto che io ho lo zaino "leggero" (solo una decina di chili tra pala ed altri arnesi), mi metto davanti a battere la traccia. Accidenti a me che mi lamentavo della neve polverosa del Mount Seymour, questa è assolutamente la peggior neve che abbia mai trovato. Imposto un passo regolare (da bisonte, lento ma costante) e batto tutta la traccia. Dopo circa 2h 30' raggiungiamo il sismometro esausti, io ho battuto la traccia, mentre Paolo e Peter si sono alternati lo zaino con la pesantissima batteria. Tanto per rendere la giornata più piacevole, le prime due ore di salita le abbiamo passate sotto la pioggia battente.

Siamo quasi arrivati, Peter e Paolo (alla sua prima "gita scialpinistica") mostrano i segni della fatica.

Il lavoro è sempre lo stesso, trovare il sismometro sepolto dalla neve, palare via la neve, scavare e rintracciare la vecchia batteria, sostituirla con quella nuova e ricollegare il tutto. Fortunatamente "l'astuto" Peter ha portato con se un telo antipioggia, almeno possiamo lavorare al riparo.

Peter e l'assistente Paolo si occupano della sostituzione della batteria.

Finito il lavoro (nel frattempo ha smesso di piovere) ci rimettiamo gli sci e scendiamo verso valle. La discesa non sarà affatto divertente, per avere un minimo di velocità bisognerà seguire fedelmente la traccia di salita.

Anche i maestri di sci ogni tanto finiscono con la faccia nella neve

Tornando verso Vancouver siamo stati accompaganti da un tramonto magnifico. Grazie ad una sosta fotografica, a me dedicata, ho potuto cogliere questi bellissimi colori.